martedì 22 marzo 2016

L'Isola della Paura, Dennis Lehane - Shutter Island

Cos'è Shutter Island, oltre che un film mozzagambe, filtrato in azzurro?
L'Isola della Paura, questo il titolo originale affibiatogli nella traduzione italiana, è un avvincente thriller ambientato nel secondo dopoguerra - e con l'aggettivo “avvincente”, mi limito a un insipido eufemismo.
L'agente FBI Teddy Daniels, affiancato da un nuovo partner, Chuck Aule, investiga sul caso di una paziente, Rachel Solando, scomparsa da Ashcliffe, istituto psichiatrico di massima sicurezza situato all'interno di un'ex fortezza, su un'isola al largo delle coste di Boston: Shutter Island, la tetra.
E questo è l'inizio della storia, quando ancora le cose appaiono semplici e perfettamente consequenziali.
La paziente, fuggita misteriosamente da una cella chiusa, passando inosservata attraverso i corridoi sorvegliati dal personale del manicomio, ricompare quando l'indagine è ancora all'inizio, appena dopo che gli agenti, raccolte le prime testimonianze, cercano di ricostruire l'accaduto; a Daniels viene permesso di vedere Rachel, una donna che si rivela tanto folle quanto indiscutibilmente sensuale.
Dato che il caso è da considerarsi risolto, i dottori, i quali pare abbiano fretta di porvi una pietra sopra, si affrettano a congedare gli investigatori, ma Teddy trova che la faccenda somigli sempre più a una grossa montatura, e sospettando che la paziente ritrovata sia una vittima di strani esperimenti, decide di proseguire le indagini.
Nonostante l'atmosfera inquietante e torbida, assimilabile al genere horror, i personaggi sono da romanzo noir; i toni del romanzo sono riflessivi, le descrizioni funzionali, il protagonista introspettivo - di più, introverso. I flashback sono numerosi, e si avvicendano agli incubi e alle ricostruzioni del caso congetturate da Teddy.
Sebbene abbia trovato L'Isola nel complesso una perla, ho notato la debolezza di alcune similitudini - ma la nota è da considerarsi del tutto marginale. Non ho dovuto attendere troppo, prima che la trama cominciasse a complicarsi, pervasa com'è di mistero e situazioni che virano all'assurdo - né essa  sembra costituire il classico imbuto narrativo (termine coniato sul momento per dare l'idea di una narrazione che va restringendosi – per l'appunto, come un imbuto – secondo una serie di deduzioni logiche, che escludono man mano personaggi, false piste e riducono il campo d'azione del protagonista) in questo caso, al contrario, gli indizi si rivelano sempre discutibili, e vi dirò... è proprio cadendo preda di questo senso di frustrazione che si è spronati nella lettura in modo maniacale.
Ogni indizio porta alla dispersione, e il protagonista ne viene trainato, condotto da un capo all'altro dell'isola; tutti gli edifici sembrano racchiudere la chiave del mistero, come roccaforti devono essere espugnate; le fonti, così come gli indiziati, appaiono e scompaiono, e non si evince mai fino in fondo che peso abbiano ai fini della soluzione dell'enigma.

Ma sono i temi della storia, i quali si rimandano l'un l'altro, a costituire la componente davvero intricata del romanzo.

Paranoia/ Complottismo (di Teddy) L'omertà dei personaggi ostacola l'indagine; i pazienti, in quanto pazzi, non costituiscono fonti attendibili; medici e infermieri sono tutti sospettabili, in quanto lavorerebbero a un progetto scientifico finanziato da enti governativi; le guardie spiano e sorvegliano le mosse di Teddy; persino il suo partner, Chuck, che ha origini ignote, potrebbe fare parte del complotto contro di lui.
Prigionia La prigionia dei pazienti, chiusi all'interno di una fortezza/penitenziario/istituto psichiatrico, chiusi dentro la loro stessa mente; il senso di claustrofobia degli agenti, che temono di non essere liberi di andarsene dall'isola. Teddy vive prigioniero dei propri ricordi e del senso di colpa.
Etica Il progresso e la scienza volti a combattere Il Nemico Pubblico. L'eterno dilemma etico sull'utilizzo di creature considerate “di scarto” dalla società, per condurre esperimenti intesi al bene comune, quindi “Superiore” al singolo individuo.
Conflitto è una lotta interiore continua per fare ordine fra le priorità: tra scopi personali e indagine investigativa; tra il fine della ricerca scientifica e la dignità umana.
CAUTION! - SPOILER

Tempesta – Fuga, terapia d'urto. La tempesta usata come chiave di volta dell'intera, lunga e rischiosissima terapia sperimentale l'ho trovata un espediente un po' forzato.
La tempesta riflette il meccanismo del sogno: ogni nuovo fatto viene integrato nell'illusione e crea un precedente, riscrivendo dal principio l'intera storia - come se il protagonista ne fosse sempre stato consapevole, come se il tempo ripiegasse su se stesso, e la terapia d'urto generata dalla tempesta funziona allo stesso modo.
Colpa Il senso di colpa e l'evasione: l'evasione di Teddy durante la tempesta per scovare i colpevoli è anche la sua evasione dal senso di colpa.
Evasione → Alienazione Il tentativo di Teddy di evadere da Shutter Island per timore di rimanervi imprigionato, coincide con la paura della verità.
Vendetta Stravolge le priorità del protagonista, ed è motivata dal senso di colpa. Teddy va incontro alla nemesi.
Dolore Vivido nei flashback e nei ricordi, già legato all'infanzia, ai campi di prigionia, alle spedizioni in guerra, alla depressione della moglie di Teddy, al senso di impotenza di fronte alla malattia della moglie, che il protagonista non vuole riconoscere; infine, legato alla perdita di moglie e figli. Anche l'agente Aule e il dottor Cawly (per non parlare dei pazienti dell'Istituto)
veicolano storie di profondo dolore.

Per chi avesse già visto il film molto ben azzeccato di Scorsese, questo rimane un ottimo libro. Non credete di potervi stupire di meno (non dico “annoiarvi”, perché sarebbe totalmente fuori discussione), il fascino del racconto di Lehane eserciterà un'influenza troppo forte perché vi perdiate nella ricerca di similitudini e differenze con ciò che avete visto sullo schermo.
Al massimo, potrebbe capitare che vi figuriate un Teddy Daniels così:

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